17 APR – 7 MAG – L’AMAZZONIA BOLIVIANA

L’AMAZZONIA BOLIVIANA

iN VIAGGIO VERSO RIBERALTA

Da La Paz inizia una parte del nostro viaggio che non avevamo del tutto previsto, che ci siamo inventati un po’ di giorno in giorno e che è stata per questo ancora più nuova e inaspettata…ad attenderci : l’ Amazzonia Boliviana!
Quando uno pensa all’Amazzonia pensa solitamente soprattutto al Brasile, che, effettivamente, ne detiene il 60%. Ma anche alla Bolivia, di cui di solito ci si immaginano più le Ande o i tessuti colorati dell’Altipiano, spetta il suo bell’11% di foresta amazzonica. E questo 11% è comunque, in proporzione, quasi due volte l’Italia! Si tratta di una zona difficile da raggiungere, soprattutto per la mancanza di strade asfaltate e per le grandi piogge. Una zona semi dimenticata dal suo stesso stato prima ancora che dai turisti.
Abbiamo avuto la fortuna di immergercisi corpo e capelli, e ne è valsa la pena! La ragione primaria della nostra visita? La conoscenza di Monsignor Eugenio Coter, vertovese di nascita e ora vescovo della città di Riberalta, capitale della regione transnazionale dell’Amazzonia. Già dall’Italia avevamo preso contatti con Monsignor Eugenio per una nostra possibile visita, ma proprio quando lo abbiamo ricontattato a inizio aprile per confermare la cosa, lui si trovava in Italia fino al giorno 21. Decidiamo così, nell’attesa, di fare qualche tappa intermedia in più e di raggiungere la lontana città (date un’occhiata alla mappa) non in aereo ma via terra.
Ecco riassunte le nostre tappe: da La Paz a Coroico attraversando in bicicletta la celebre “Ruta de la muerte” , da Coroico a Rurrenabaque, dove siamo entrati nella giungla acquatica del fiume Yacuma, e da Rurrenabaque a Riberalta, dove siamo stati ospiti del vicariato e dove abbiamo svolto qualche giorno di volontariato nella residenza lacustre di Tumichucua. Ogni tappa meriterebbe un post a parte e che fatica a volte sintetizzare tutto in un unico racconto! Cercherò di essere essenziale e di riuscire, con pochi dettagli accompagnati dalle loro fotografie, a farvi addentrare gradatamente nel cuore della giungla.

coroico e tocAÑa attraversando la ruta de la muerte

Da La Paz ci siamo dunque inizialmente spostati a Coroico passando in bicicletta per la Ruta de la Muerte, strada così denominata per la grande quantità di incidenti che ogni anno occorrevano nei suoi dirupi e nelle sue strette curve. La strada è ormai da un paio d’anni (quasi) chiusa al traffico ed è rimasta di fatto un’attrazione turistica. Interessante e divertente, ma di certo non così estrema e pericolosa come vogliono farti credere le agenzie (facendola in bici intendo). Il tour termina in Coroico e noi ci facciamo lasciare qui, senza tornare a La Paz. Coroico è un paese di montagna dal clima semi tropicale: alta umidità, nubi che vanno e vengono e moschini che iniziano a dominare la piazza. Tutto è cambiato rispetto a La Paz : clima, vegetazione, animali…e anche la gente, che sembra un po’ più “montagnina”. Il primo giorno camminiamo verso alcune cascate, il secondo invece visitiamo il piccolo pueblo di Tocaña, comunità afro-boliviana discendente di schiavi che tutt’oggi si dedica alla coltivazione di coca, caffè, zucchero e cacao. Una realtà diversa e poco conosciuta, che non siamo riusciti ad approfondire nel dettaglio ma di cui siamo riusciti a farci un’idea grazie alle chiacchiere col signor Punga, antropologo gestore dell’unico piccolo ostello della comunità, il quale ci ha mostrato un video sulla storia e sulle tradizioni di questo pueblito.

la ruta de la muerte

  • Ruta de la muerte: l'amico francese Christo e i risultati della sua imprudenza

coroico

  • COROICO: via principale

tocAÑa

  • TOCAÑA: la via di accesso

RURRENABAQUE E LA PAMPA DI YACUMA

Dopo un viaggio notturno piuttosto scomodo, arriviamo a Rurrenabaque, cittadina alle porte dell’Amazzonia. Il clima si rivela subito abbastanza ostile: caldo umido senza tregua e zanzare pronte ad attaccarti in ogni dove. Dopo una sfiancante ricerca tra varie agenzie e dopo diverse contrattazioni, prenotiamo un tour di tre giorni nella pampa. Ben diversa dalla più nota pampa argentina, questa zona è una sorta di giungla acquatica dove ci si può muovere solo in barca e dove risiedono molte specie di animali esotici. È stata una prova di resistenza abbastanza dura : resistenza al caldo, all’umidità, alle zanzare… e ad altri turisti poco rispettosi! In compenso abbiamo visto e fatto cose interessanti e nuovissime per noi. Oltre ad osservare vari tipi di animali (uccelli, tartarughe, scimmie…vedi foto!) , abbiamo camminato alla ricerca dell’anaconda (e l’abbiamo trovata, per quanto fosse molto difficile in questa stagione) , abbiamo pescato piraña e li abbiamo poi mangiati per cena e abbiamo nuotato con i delfini di fiume!! Abbiamo poi fatto una piccola uscita notturna per osservare l’occhio del caimano, brillante alla luce della pila e pronto alla caccia. Una cosa da non credere!
Al termine del tour ancora una volta non torniamo in città col resto del gruppo ma ci facciamo lasciare nel paesino di Santa Rosa, dove in serata prevediamo di prendere un bus per Riberalta.

RURRENABAQUE

  • RURRENABAQUE: amicizie in ostello

PAMPA DI YACUMA

  • PAMPA DI YACUMA: paradise bird

RIBERALTA E IL CUORE DELL’AMAZZONIA

Il viaggio verso Riberalta è stato uno dei più lunghi e difficili di tutti. Provante davvero. Innanzitutto il bus, che, a detta del venditore, doveva arrivare tra le 20 e le 21 , è arrivato alle 3 di notte. Nell’attesa la ragazza dell’agenzia concorrente continuava ad avvicinarsi per dirci che il nostro bus non sarebbe mai passato e che lei poteva venderci dei biglietti per il giorno dopo. Chi aveva ragione? In medio stat veritas??
Il bus è strapieno, ci tocca andare nei posti in fondo, in mezzo a tre persone. Non possiamo tirare indietro il sedile e il guidatore è scatenato, prendendo buche e sassi a 70 all’ora incurante delle nostre povere schiene. In viaggio ci sono anche bambini, uno credo con non più di una settimana di vita. Ogni qualche ora il bus si ferma per lasciare andare in bagno all’aria aperta. Siamo quasi arrivati a Riberalta quando veniamo fermati da un controllo di polizia. Sono del narcotraffico e si dirigono a colpo sicuro indovinate su chi? Sul ragazzo e sul signore seduti vicino a noi!! Questi stavano apparentemente trasportando un borsone pieno di roba…borsone che per tutto il viaggio era stato in mezzo al corridoio del pullman all’insaputa di tutti…o meglio, alla vista di tutti, ignari del suo contenuto!
Dopo il viaggio insieme ai narcotrafficanti siamo approdati a Riberalta e con un moto taxi ci facciamo condurre al vicariato. Non ci aspettano per quell’ora ma ci offrono subito il pranzo. Arriva Mons. Eugenio e subito ci propone di accompagnarlo nella sua missione pomeridiana: insieme ad altri sacerdoti andiamo a Guayanamerin, città di frontiera col Brasile con parecchi problemi di povertà e contrabbando. In particolare siamo andati a visitare alcune famiglie alluvionate per capire quale tipo di aiuto potergli dare. È stato interessante entrare subito nel vivo della politica sociale della zona. Monsignor Eugenio è informatissimo e si fa in quattro per arrivare da tutti e dappertutto; in poche ore già ci racconta tantissime cose e capiamo che ha già pensato anche a un piccolo programma per noi…

RIBERALTA

  • GUAYARAMERIN: campamento di famiglie alluvionate

Ci propone infatti di trasferirci a 30 km nella località lacustre di Tumichucua, dove il vicariato ha una tenuta con alcune cabañas, cucina, refettorio e tutto l’occorrente per svolgere incontri e ritiri e dove c’è bisogno di un po’ di manutenzione generale. Accettiamo di buon grado e dopo qualche giorno nella grande città ci trasferiamo in questo piccolo paradiso amazzonico. Una piccola laguna da sogno con acqua a specchio e fitta vegetazione, che racchiude migliaia di suoni magici. Qui abbiamo alternato giorni di riposo e relax a giorni di intenso lavoro. Non essendoci un servizio di raccolta e smaltimento rifiuti abbiamo dedicato due giorni pieni a bruciare spazzatura. Abbiamo acceso in totale 3 falò e abbiamo bruciato i rifiuti di tutti i cestini posti fuori dai vari edifici e poi una quantità inimmaginabile di rifiuti gettati al limitare del bosco, appena dietro la cucina. Oltre a questo abbiamo tagliato con la motosega gli alberi caduti nel giardino, abbiamo levigato e verniciato i banconi e le porte della cucina e abbiamo pulito forno fornelli e tutti gli angoli cucina. Con tanto di scoperta e estirpazione di un nido di un centinaio di scarafaggi accompagnati da un tarantola gigante! Giorni intensi e soddisfacenti che ci hanno fatto chiudere in bellezza il nostro soggiorno amazzonico.

TUMICHUCUA

  • TUMICHUCUA: tuffi dal molo

Imprevisto finale: il nostro volo di ritorno a La Paz è stato cancellato! Sembra destino che dobbiamo continuare a viaggiare vi terra…alla prossima nella bella Copacabana!
Un mille grazie di cuore a Monsignor Eugenio e a tutto il vicariato per l’infinita ospitalità e disponibilità.