12-23 LUG – SULLA RUTA DE LOS SPONDYLUS

SULLA RUTA DE LOS SPONDYLUS

ESPLORAZIONE DELLA COSTA ECUADORIANA DA SUD A NORD, TRA SPIAGGE DESERTE E CLIMI INATTESI

la ruta “de los spondylus”

Dopo l’esperienza Amazzonica e prima dell’inevitabile ultima tappa a Quito, da dove abbiamo il volo di ritorno, decidiamo di prenderci una settimana piena per rilassarci un po’ e visitare la zona costiera, risalendola da sud a nord, seguendo parte della cosiddetta “Ruta de Los Spondylus”. Essa è un circuito turistico costiero che comprende tutta la costa ecuadoriana e parte di quella peruviana, molto al nord, e che segue quella che fin dalle civiltà pre-incaiche era stata la principale via commerciale. È stata chiamata Spondylus dal nome di una preziosa conchiglia propria di queste zone, che per le civiltà antiche fu simbolo di ricchezza e fertilità e che col tempo finì per essere utilizzata come moneta di scambio.

Di certo abbiamo presto dovuto mettere via l’illusione di rosolarci al sole leggendo libri sotto l’ombrellone! Infatti, pur essendo praticamente sulla linea equatoriale, nei mesi invernali (giugno, luglio, agosto) la costa riserva un clima piuttosto grigio, con cielo sempre coperto da nubi basse, pioggerellina frequente e vento costante, pur mantenendo temperatura generalmente sopra i 20 gradi. Che dire, non ce lo aspettavamo!
Ma anche questo fatto ha avuto i suoi lati positivi: ci ha permesso di vedere paesini e spiagge praticamente deserte, senza il caos estivo dei turisti, ci ha concesso di approfittare dei prezzi della bassa stagione (cocktail a 3 dollari!!) e ci ha dato il privilegio di avvistare le balene, che proprio in questa stagione lasciano i freddi mari del sud per spostarsi nei caldi mari tropicali per riprodursi.

OLÓN E MONTAÑITA…diamoci al surf!

La nostra prima tappa è Olón, paesino tranquillo e vicinissimo alla più famosa e turistica Montañita, celebre soprattutto per il surf e la vita notturna e luogo che raccoglie tantissimi giovani viaggiatori e nomadi artigiani che vivono della propria arte. Tutti in felice unione con la gente del posto e i molti turisti locali che vengono a visitare queste spiagge. Dato il clima “infelice”, decidiamo subito di darci anche noi al surf, e qui facciamo la nostra prima lezione! Gioia e condanna allo stesso tempo, perché la voglia di riprovare e di fare un po’ di pratica sarà una delle linee guida che ci condurrà nella scelta e nell’esplorazione delle zone successive.
Ci godiamo poi la immensa e deserta spiaggia di Ayampe, il nascosto paesino di pescatori della Rinconada e l’ottimo cibo a buon prezzo. Proprio fuori dal centro di Ayampe, in un locale malandato a cui da lontano non avremmo dato due lire, abbiamo assaggiato uno dei piatti più degni di nota di tutto il viaggio: degli insaccati giganti fatti con carne trita (e altre interiora di cui è meglio non sapere) e riso insieme…insomma dei salsicciotti gustosissimi di cui Emiliano non riesce tutt’ora a togliersi il ricordo (vedi foto!)

  • Spiaggia di Olón

Per le vie di Montañita ci accade poi un’altra incredibile coincidenza da viaggio : stavamo passeggiando tranquilli quando sentiamo una voce che grida verso di noi…sono due ragazze,una inglese e una neozelandese, che avevamo conosciuto a Puerto Madryn (a gennaio, all’inizio del nostro viaggio!) e che avevamo poi reincontrato, sempre per caso, a Santiago del Cile! Con loro ci siamo fermati a bere una birra e aggiornarci sulle reciproche peripezie. Quando si dice che il mondo è piccolo…

PUERTO LOPEZ e le “galapagos dei poveri”

Nostra seconda tappa è la cittadina di Puerto Lopez, alle porte del parco nazionale Machalilla e punto di partenza ideale per escursioni di avvistamento balene e verso l’Isla de la Plata, anche detta “Galapagos dei poveri”.
Anche qui il turismo non è in fase alta e questo permette di osservare con più naturalezza la vita dei pescatori, che ancora costituiscono gran parte della popolazione. Così incappiamo in una scena di duro lavoro quotidiano che da sola ha meritato un piccolo reportage fotografico: il momento in cui una barca di pescatori arriva alla spiaggia e deve trasferire tutto il pesce pescato nel camion che è già pronto ad attenderlo. Il passaggio dalla barca al camion avviene manualmente trasportando i pesci in casse caricate sulle spalle dai pescatori. Niente di così difficile, se non fosse che una miriade di uccelli, tra pellicani e altre specie, colgono l’occasione per cercare di ottenere un pasto facile, e attaccano barca e pescatori nel tentativo di rubare più pesce possibile. Una fatica notevole quella di difendersi dall’attacco degli uccelli affamati, e prolungata, data la quantità interminabile di pesce che continuava a uscire da quella barchetta! Ecco la scena


Da Puerto Lopez abbiamo fatto un’escursione alla spiaggia de Los Frailes, grande spiaggia di sabbia bianca raggiungibile facendo una camminata di un’oretta all’interno del parco nazionale Machalilla. Qui il tempo è clemente e riusciamo a goderci il mare e fare un bel bagno.
Il giorno dopo andiamo invece in tour all’Isla de la Plata, chiamata appunto anche Galapagos dei poveri perché qui vivono e si riproducono alcune delle stesse specie di animali che si trovano alle Galapagos. Così possiamo osservare i Piqueros de patas azules (vedi foto) , le tartarughe marine azzurre e, facendo snorkeling, una serie di tantissimi pesci colorati e coralli. Durante il viaggio in barca siamo poi riusciti ad osservare alcune balene! All’andata abbiamo seguito per un po’ un gruppo di tre maschi nell’inseguimento e corteggiamento di una femmina, al ritorno invece ci siamo fermati ad osservare una balena singola che dava spettacolo con i suoi pazzeschi salti!
Piccolo aneddoto: sull’isola abbiamo appunto osservato questa specie particolare di uccelli dalle zampe azzurre, e io fin dal primo sguardo ho avuto la sensazione di averli già visti da qualche parte…ma che strano, è impossibile, è una specie endemica di queste zone, si trova solo qui…poi mi viene l’illuminazione, ci sono! Nel 2016, durante il mio soggiorno erasmus a Budapest, l’avevo trovato tra le figurine che davano in omaggio al supermercato, e l’avevo attaccato sul microonde, selezionandolo per la sua simpatia. E così per cinque mesi l’ho avuto sotto gli occhi tutti i giorni…chi avrebbe mai pensato che l’avrei visto dal vivo!
  • Puerto Lopez

MANTA e il suo mare calmo

Sperando di trovare un po’ più di sole e di riuscire di nuovo a fare un po’ di surf, decidiamo di spostarci a Manta, dove però rimarremo solo un giorno data la praticamente totale assenza di onde! Ci proviamo lo stesso e riusciamo pure a trovare un simpatico noleggiatore, un pioniere del surf in questa zona, che ci presta due tavole gratuitamente. Ci interroghiamo sul sottile limite tra la nostra determinazione e la testardaggine incaponita…e così mettiamo da parte il pensiero del surf e proseguiamo spingendoci ancora più a nord, senza sapere che proprio questa ultima tappa costiera ci avrebbe riservato delle sorprese!

MOMPICHE, un lontano paradiso di tranquillitÀ

Dopo praticamente una giornata intera di viaggio siamo arrivati finalmente nella località di Mompiche, provincia di Esmeralda. Questa zona sembra molto più intima e rurale rispetto alla costa sud e Mompiche è un piccolo villaggio di pescatori da poco aperto al turismo e meta prediletta di viaggiatori in cerca di tranquillità e libertà. Il posto è piccolissimo e il clima caldo e umido fa sì che la gente viva gran parte delle sue giornate all’aperto, in strada, e questo crea un immediato senso di comunità, anche se non si conosce nessuno.
Con nostra grande sorpresa scopriamo che in una spiaggia vicina, la Playa Negra, raggiungibile con mezz’oretta di cammino, ci sono le onde per surfare e con l’aiuto dei ragazzi dell’ostello andiamo subito a provare! Le onde ci sono…eccome…fin troppo questa volta! Sono alte, ti travolgono, ti ribaltano e arrivano una dietro l’altra, senza lasciarti il tempo di riprenderti. Non di certo onde per principianti insomma. Bello comunque averci riprovato in condizioni completamente diverse dalle precedenti. Nel pomeriggio raggiungiamo Punta Portete da dove, con un brevissimo attraversamento in barca, si può raggiungere la Isla Portete. Questa è una piccola isola separata dalla terraferma solo da uno stretto canale e dove si può godere di una immensa spiaggia bianca con palme e di lunghissimi spostamenti di maree, fino a 50 metri. Un luogo selvaggio e vergine…almeno fino a quando non hanno deciso, sette anni fa, di costruire proprio sulla punta finale della scogliera, un gigantesco albergo di ipotetico lusso, il “Decameron”, che non solo ha rovinato il bellissimo paesaggio, ma ha anche comportato la privatizzazione di una parte della spiaggia. Rabbia e amarezza contro il magnate colombiano che possiede questa catena di hotel e tutti quelli che permettono costantemente l’edificazione sconsiderata sulle coste.
Per fortuna la spiaggia è immensa e riserva ancora angoli di tranquillità inesplorata.
L’ultimo giorno siamo stati in un tour in barca lungo i Manglares (in italiano Mangrovie), piante molto resistenti e in grado di crescere in acqua salata, dove il fiume e il mare si incontrano in suggestivi canali. Habitat naturale prediletto da granchi, gamberetti e altri animali. Per questo con la stessa acqua arricchita e purificata dalle mangrovie si sono create in questa zona grandissime vasche di allevamento di gamberi, che esportano in tutto il mondo.
Dopo il tour restiamo di nuovo sull’isola di Portete, ma questa volta ci addentriamo verso l’interno dell’isola e visitiamo la piccola comunità che vive qui. Un monumento nel piccolo parco centrale ricorda che fu proprio qui che nel 1553 sbarcò la prima nave spagnola che trasportava una ventina di schiavi neri, ceppo originario della comunità afro-ecuadoriana, che si estenderà soprattutto verso la città di Esmeralda.
Dopo la passeggiata decidiamo di ritornare a Mompiche a piedi, ripassando per la Playa Negra. Qui salutiamo l’oceano pacifico saltando tra la schiuma delle onde al chiarore del tramonto che si lascia intravedere tra le nuvole. Camminare su questa sabbia nera e finissima, diversa da tutte quelle che io avessi mai toccato finora, mi ha fatto pensare a quanto un’esperienza di un posto nuovo, uno qualsiasi, non sia solamente un’esperienza visiva e emotiva, ma un’esperienza che coinvolge tutti e cinque i sensi! Odori, rumori, sapori..e nuove sensazioni tattili.

  • Mompiche

Dopo questi giorni di relax e di vita da mare un po’ alternativa, partiamo alla volta della nostra ultima tappa: Quito, la capitale, e la più caratteristica provincia indigena di Ibarra.