22-24 FEB – PUERTO VARAS

DI NUOVO IN CILE: PUERTO VARAS

una tappa non pianificata che ci ha lasciato piacevolmente sorpresi, tra l’imponente vulcano osorno e i limitrofi paesini in stile bavarese

Cari amici,
i nostri post iniziano ad arrivare un po’ in ritardo rispetto alla data attuale, ma non è sempre possibile trovare il tempo e le condizioni per aggiornare il blog!
Eccoci allora un poco a ritroso a raccontarvi dei pochi giorni trascorsi nella zona di Puerto Varas e dintorni, sempre nella Patagonia cilena, ma un po’ più a nord rispetto a Puerto Natales.
Da San Carlos de Bariloche abbiamo dunque attraversato un’altra volta la frontiera e siamo rientrati per la seconda volta in Cile.
Questi luoghi ordinati ma intrisi di vita di strada ci hanno lasciato piacevolmente sorpresi (non era una tappa inizialmente pianificata) e con la voglia di rimanere qualche giorno in più invece che ripartire verso la grande città. Paesini tranquilli in riva al lago, con all’orizzonte la vista del maestoso vulcano Osorno, che svetta inarrestabile sul territorio altrimenti pianeggiante. Tutta questa zona fu fondata dai tedeschi verso metà ‘800 ma con un programma di colonizzazione controllata e finanziata dallo stato cileno, che aveva bisogno di trovare famiglie che si trasferissero in queste terre allora inospitali e le popolassero, prima che queste diventassero mira di altri stati. Così, non avendo trovato compatrioti disposti a trasferirsi, l’allora primo ministro aveva accettato un piano di accoglienza di emigrati tedeschi, le cui condizioni in patria erano al tempo piuttosto difficoltose. A questo si deve probabilmente l’aspetto un po’ bavarese dei paesini, e le squisite torte che si trovano ad ogni angolo della strada!
Ci sarebbero state molte cose da vedere ma avevamo solo due giorni a disposizione. Così abbiamo optato per un tour organizzato il primo giorno e per una visita autonoma di paesini il secondo (nelle didascalie delle foto gli interessati potranno trovare i dettagli dei vari posti!).
Ci risulta sempre strano notare il contrasto tra ciò che è considerato turisticamente imperdibile, e su cui tutte le agenzie investono, e altre cose, altrettanto belle se non di più (come ad esempio il paese di Puerto Octay) che non vengono affatto segnalate e su cui è difficile racimolare anche solo le informazioni o le indicazioni stradali basilari! Certo, questo concede ai curiosi il privilegio, con un po’ di fatica in più, di giungere in luoghi meno gettonati e dunque più autentici, perché vissuti dalle persone locali e non impacchettati per i turisti.
E così, in autonomia siamo riusciti ad esplorare i paesini di Frutillar e il meno noto Puerto Octay, che riserva alcuni bellissimi scorci sul lago Llanquihue (dove abbiamo fatto il bagno!) e sul vulcano Osorno. Con tour organizzato abbiamo invece visitato la zona di Petrohué e le pendici del vulcano, ma con troppo poco tempo per godercelo a pieno.
E dopo questa boccata di aria tranquilla siamo passati a tutt’altra atmosfera: quella di Valparaiso, una città portuale molto vicina alla capitale Santiago. Ma questo sarà argomento del prossimo post!

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